mercoledì 23 giugno 2010

Le erbe e i riti di San Giovanni


A sei mesi dal Natale, abbiamo un’altra ricorrenza imperniata sul solstizio (naturalmente ,questa volta, il solstizio d’estate): la festa di San Giovanni Battista.
Nella religione greca i due solstizi erano chiamati “porte”: “Degli Dei” l’invernale, “Degli uomini”, l’estivo, ambedue simboli del passaggio fra due cicli temporali.
Le varie credenze connesse a questa data sono il frutto di sovrapposte stratificazioni, che raccolgono frammenti di tradizioni diverse e addirittura arcaiche ,successivamente cristianizzate nel simbolismo del Precursore di Cristo: San Govanni il Battista.
I riti tradizionali cominciano la notte del 23 con la preparazione dell’acqua di San Giovanni ,esponendo alla benedizione del Santo una bacinella colma d’acqua e di fiori che variano da zona a zona: di rigore la lavanda, la ruta, il rosmarino e l’iperico.La mattina poi, ci si sciacquano viso e occhi per lavare via ogni negatività e per purificarsi.
Prima dell’alba del 24,invece si raccolgono le erbe della buona salute,ancora bagnate dalla benefica rugiada, come la salvia e tutte le mente , l’alloro , l’artemisia, la spighetta, il rosmarino e se ne fanno mazzetti da seccare e conservare per tisane, impacchi, scacciare insetti e per mille usi diversi.
E’ anche il giorno nel quale si raccolgono le noci dal mallo verde per preparare il nocino,il famoso liquore digestivo casalingo diffuso in tutta l’Emilia-Romagna.
Esistono anche erbe “caccia diavoli “ e “caccia streghe”,che proprio nella notte di San Giovanni si diceva volassero nei cieli per raggiungere i loro convegni: erbe perciò ,da appendere a difesa di porte e finestre o da mettere addosso ,dall’iperico al basilico ,dalla ruta all’aglio,quest’ultimo potentissimo contro i malefici,portafortuna e simbolo di abbondanza.
Infatti, secondo un proverbio romagnolo ,”Chi ‘n compra i ai e dè ad San Zvan l’è puvrett tott l’an”.(Chi non compra l’aglio il giorno di San Giovanni è povero tutto l’anno).Un altro detto popolare ricorda anche che “Per San Giovanni si svellano le cipolle e gli agli” e in Romagna in questo periodo in molti paesi si tenevano veri e propri mercati dell’aglio.
Ma l’erba per eccellenza di questa giornata è la lavanda, conosciuta anche come spighetta di San Giovanni, e a Roma un tempo era famoso il mercato della lavanda che si teneva la vigilia della festa davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano.
Nella campagna di una volta,per San Giovanni,si cominciava la mietitura, e si diceva che il grano si poteva tagliare anche se non era del tutto secco, perché era già maturo e questo è anche il periodo che cominciano a formarsi ,nell’uva, gli zuccheri e i succhi che daranno poi il vino.

2 commenti:

  1. Nocino di San Giovanni, l'elisir di noci della strega
    Occorrono 29 noci piccole e verdi tagliate in 4 spicchi e colte nella notte del 24 giugno, 2g di cannella, 4 chiodi di garofano, la parte gialla della scorza di 3 limoni, 350 ml di alcool a 95 gradi, 500 grammi di zucchero e 300 ml di acqua.
    Come si prepara:
    In un vaso di vetro mettere le noci assieme all'alcool e lasciate macerare sino al giorno seguente quando si aggiungono la cannella, i chiodi di garofano, la parte gialla della scorza dei limoni. Si lascia macerare ancora fino al 3 agosto avendo cura di agitare il tutto almeno un paio di volte al giorno. Trascorso questo periodo si filtra e si aggiunge lo zucchero disciolto a bagno bagnomaria in acqua calda e a fuoco lento. Si lascia raffreddare e si imbottiglia. Il liquore si consuma lentamente, un bicchierino alla volta, durante tutto l'arco dell'anno e diviene un eccellente digestivo. Mai superare i 2 bicchierini al giorno come per tutti i preparati alcoolici.
    Bevuto in compagnia rinsalda amori e amicizie.

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  2. Grazie per la ricetta,Ciccia.
    Se è vero che rinsalda amori e amicizia bisognerà farlo davvero, questo nocino !!!

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