lunedì 26 luglio 2010

GIUGNO!

GIUGNO!

Fosse all'inizio come alla fine, all'epoca della campagna appena ieri, lui era sempre un grande mese, il mese della mietitura, uno dei cui simboli tipici era la falce.
La falce in campagna si usava per recidere, recidere qualsiasi cosa. Sia nella mitologia antica, come nella simbologia cristiana, la falce non recide solo le messi ma anche la vita degli uomini. E, però, come nella fine delle messi c'é poi anche il suo risorgere, che é dai semi che riemerge la nuova vita, così anche dalla morte la credenza religiosa vuole riemerga una vita nuova. Oltre a questo ci si può rifare alla storia che ha voluto, in un momento di riscatto delle fatiche, della miseria, della povertà riemergesse il mito emblematico della falce, cui si accosta il martello. Se invece ci si rifà ai miti magici dei poeti, perché non riprendere la meraviglia di una falce di luna calante, donataci da D'Annunzio in "Canto novo".
"O falce di luna calannte/che brilli su l'acque deserte,/o falce d'argento,qual mèsse di sogni/ ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!
Aneliti brevi di foglie/sospiri di fiori dal bosco/esalano al mare.Non canto non grido/ non suono pe 'l vasto silenzio va.
Oppresso d'amor,di piacere,/ il popol de' vivi s'addorme.../O falce calante, qual mèsse di sogni/ ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!"

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