giovedì 12 agosto 2010

"L'aqua in bòcca" di Tonino Guerra



Seguendo l’esempio di Grazia che ci ha trascritto una poesia in dialetto, ve ne voglio far conoscere una di Tonino Guerra che rende molto bene l’ansiosa attesa della pioggia dopo giorni e giorni di un’estate di siccità, e la contentezza quando finalmente cadono le prime gocce.

L’AQUA IN BOCCA

La tèra l’èva una saida ch’la n u n putèva piò,
s’un’aria sòta ch’la fasèva tremè i èlbar e i palaz
e u n’la respirèva gnènca e’ Signòur.
E’ nascèva i fugh cumè se u i foss benzina
E u s’è brusè grèn e furmantoun.
Datonda totta la campagna sfarinèda
fina a mèza gamba
l’era dvènt un mond ad porbia
ch’l’ariveva mal muntagni.
I bosch l’era candlòt ad zendra ch’i s quaièva.
I gazot e i animeli i è scap da e’ zil
e da la tera,mo i bagaròz
al lumèghi e i sorgh i è mort a boca verta.
Dop u s’è alzè e’ vent ch’l’à tirat pr’aria
Un znòc ad pianèura e al novvli niri
Agli à impurbiè fina a’ Bulogna stredi
Còpp e òman.
L’à tac a piov al dò dla nòta di queng d’utobar
Dop a quatar mois e un dè.
La zenta la s’è svegia ch’la n i credèva.
I a ciap caplèti urz cadòin e bicìr
E i s’è bott tla streda.
U i è stè ènca di pataca ch’i balèva.
Mè, che aloura avèva òt an
Sla faza còuntra e’ zil a m fasèva piòv ad bòca.



L’acqua in bocca :
La terra aveva una sete che non ne poteva più/ con un’aria secca che faceva tremare gli alberi e i palazzi/ e non la respirava neanche il Padreterno.
Nascevano fuochi come se ci fosse benzina /e s’è bruciato il grano e il granoturco.
Attorno la campagna sfarinata/ fino a mezza gamba/ era diventata un mondo di polvere /
Che arrivava alle montagne.
I boschi erano candelotti di cenere che crollavano .
Gli uccelli e gli animali sono scappati dal cielo / e dalla terra ,ma gli scarabei /
Le lumache e i topi sono morti a bocca aperta.
Dopo si è alzato un vento che ha tirato in aria / un ginocchio di pianura e le nuvole nere/
Hanno impolverato fino a Bologna strade ,/coppi e uomini.
Ha cominciato a piovere alle due di notte il quindici di ottobre / dopo quattro mesi e un giorno/. La gente si è svegliata che non ci credeva.
Hanno preso secchi, orci e bicchieri / e si sono buttati sulla strada/,
E ci sono stati dei cretini che ballavano./
Io ,che allora avevo otto anni/con la faccia contro il cielo mi sono fatto piovere in bocca.

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