mercoledì 18 agosto 2010

Una zirudela di Villa sui mulini

Vorrei regalare al Comune di Poggio Berni, con cui abbiamo un link, un frammento di una zirudela del grande Giustiniano Villa. La zirudela dal titolo "Le rimembranze emozionanti della mia vita" é del 1910 e parla delle "modernità" di quell'epoca, cioè della radio, del telefono, dei treni ecc. ecc., ed infine dei MULINI. Trascrivo qui il brano sui mulini tradotto in italiano da me nell'anno'79 in occasione dell'Edizione di "ZIRUDELI", del Girasole.
..."A San Clemente da bambino / io facevo il ciabattino / ed un giorno da Minghino / in un paese lì vicino / vidi arrivare al mio dischetto / un certo Cicchetto / che era un contadino / di Minghino il suo vicino. / Cominciarono a ragionare / che non c'era modo di macinare / ed infatti era tutto asciutto / lì nel Conca ed era brutto. / Cicchetto disse allora a Minghino / "Andiamo giù piano pianino / col biroccio e le vacche / a macinare tre quattro sacche / là a Pesaro dall'Albani / anche se son posti lontani. / Ma ti garantisco per domattina / che torniam con la farina."/ Gli rispose " Se tu prima avessi parlato / avrem tutto già macinato". / Poi gli disse, "Come l'hai saputo / che a Pesro ha già piovuto?" / E Cicchetto" Sei proprio un quaglione / lì macinano grano e furmentone / non con l'acqua ma col vapore! / Ne fan venti sacchi ogni tre ore." / Minghino sente 'sta sinfonia / che lui sapeva era tutta magia / ci mancò poco che a Cicchetto / gli desse addosso dentro al corpetto / disse: "E tu gran scellerato / mi volevi mandare dannato / che la farina che fanno là / è il demonio che la fà. / Tò,vigliacco!" E gli fece così../ due belle corna, e via partì. / Battè i tacchi,e via alla lesta / con gli occhi fuori dalla testa./ Capite,dunque,che differenza / da un tempo ad ora nella scienza / eppur, sebbene che gli operai / non si fan metter più tanto nei guai / che non son più ignoranti e baggiani / come Cicchetto e con lui anche Migani / sebben con lo studio e l'istruzioni / si faccian sempre scoperte e invenzioni / sebbene il mondo l'abbian fatto nuovo / quel che serve proprio non lo ritrovo. / Non han trovato la fratellanza / quel buon cuore e quella uguaglianza / che così dovrebbe essere visto / fin dall'epoca di Cristo / e poi di Mazzini e di Tolstoia / mentre siam sempre tutti boia, / come tigri, come leoni / ci diamo i morsi e non siam buoni!/ E fin che regna 'sto dottrinismo / questo sistema, questo egoismo / se anche si studia e poi s'inventa / tirando lasagne dalla polenta, / tirando la seta fuor dal cotone, / oppure l'oro fuor dall'ottone, / andremo avanti, e tenetelo a mente / sempre peggio e malamente. G. Villa ( firma autografa )
Alla prossima puntata, in dialetto. GBM.

1 commento:

  1. Cento anni giusti giusti, ha questa zirudella....
    ed era proprio così, le invenzioni e le macchine moderne spesso venivano viste come opera del diavolo, marchingegni dai quali stare alla larga.
    Ma Villa , oltre che bravo e prolifico zirudellaro , vedo che era anche un conoscitore dell'animo umano e da buon psicologo ha visto lontano e ha visto giusto....

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