domenica 28 agosto 2011

Cellette votive e Madonnine rurali.


Questa madonnina votiva si trova sul muro di una casa colonica nei pressi di Montaletto di Cervia.
Girando per le strade di campagna e tra le vecchie case di alcuni paesi della Romagna,si possono incontrare ancora, sulle facciate, di questo tipo di cellette e madonnine.
La presenza di una immagine sacra sui muri delle case rurali era molto familiare, un tempo: era una forma antica di religiosità che aveva anche lo scopo di affidarsi alla protezione di un potere supremo ,il quale poteva tutelare la struttura muraria delle case e preservarle da malattie , incidenti e incendi dei raccolti....

domenica 21 agosto 2011

Omaggio ai Tre Martiri di Rimini.


Oggi il nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano , prima di andare ad inaugurare il Miting, renderà omaggio ai tre martiri impiccati dalla furia nazifascista nella piazza che oggi è a loro dedicata.
Erano giovanissimi: Mario Cappelli aveva 23 anni, Luigi Nicolò 22 e Adelio Paglierani appena 19.
Sono stati impiccati per il solo motivo di boicottare la trebbiatura , come facevano in quell’estate molti contadini, che procuravano guasti continui alle macchine per non dover consegnare il grano che veniva requisito dai mazifascisti nell’estate del ’44.
Arrestati e torturati per due giorni, non fecero il nome dei compagni e scatenarono la furia cieca dei tedeschi che li impiccarono dopo un processo sommario ,col solo intento di dare “l’esempio”……
La campagna locale, durante l’estate del 1944 fu violentemente bombardata nel riminese e nel circondario….e molte case rurali vennero colpite e ci furono molte vittime.
Nonostante ciò molti contadini diedero riparo nelle loro case coloniche a partigiani e ricercati esponendosi a pericoli e violenze.
Il raccolto del grano venne ritardato un po’ ovunque dai partigiani per non farlo requisire dai repubblichini e una parte addirittura sarà trebbiato solo in prossimità del Natale.
Le stalle vennero svuotate degli animali , requisiti dai tedeschi, e alla Tenuta Torre di San Mauro tutto fu demolito, perfino le botti, i tini e il mobilio.
Le piantate delle viti vennero distrutte dai carri armati ,gli alberi abbattuti e alcuni campi minati :alla ripresa dei lavori, in primavera, si dovette ricostruire e impiantare una buona parte della campagna, fossi compresi, pesantemente devastata.

giovedì 18 agosto 2011

Dolce come il miele


L’uomo utilizza il miele da circa 12.000anni e dai tempi più antichi alleva le api per ottenere questo alimento benefico e dalle molteplici proprietà.
L’ape , durante i primi 10-20 giorni di vita si occupa di costruire e ampliare i favi e di trasformare il nettare portato dalle bottinatrici.
Poi, ,fino alla 5°- 6° settimana ,le api diventano bottinatrici , coprendo ,per la loro ricerca, un arco di 2 chilometri,e morendo generalmente di sfinimento in un ultimo giro di bottinaggio.
Nel momento in cui l’ape ,carica di nettare , inizia il volo di ritorno verso l’alveare, comincia quel meraviglioso processo naturale che è la produzione del miele.
Le api bottinatrici ogni volta trasportano un carico di circa 40 mg.di nettare,che accumulano in una sacca detta “borsa melaria”e normalmente per trasportare un litro di nettare sono necessari 25.000 viaggi.
Le api di casa ,le costruttrici, provvedono a manipolarlo:vi aggiungono enzimi e dopo diversi passaggi lo sistemano nelle celle ,dove subisce l’evaporazione e, una volta maturo, la copertura con un sigillo di cera.
Le api fanno tutto da sole,l’unico intervento dell’uomo , in pratica,consiste nella raccolta del miele dai favi e dall’alveare.
A seconda delle fioriture della zona in cui sono posti gli alveari, il miele varia moltissimo di sapore ,colore e consistenza:si va dall’aroma delicato di quello di acacia, al profumato miele di tiglio, al gusto amarognolo di quello di castagno ,a quello pungente di eucalipto e ancora di lavanda, di sulla, di arancio e cento altri……….

venerdì 12 agosto 2011

Il Gorgoscuro del Rubicone.


Dal libro "La valle del Rubicone Urgon", di Rino Zoffoli, ho tratto queste note su un luogo poco conosciuto di questo fiume.
Nel fondo valle tra il colle di Montecodruzzo e il colle di Ciola Araldi, il fiume Rubicone scorre per circa un chilometro in una zona rocciosa coperta di spessa vegetazione.
Questo tratto è chiamato Gorgoscuro:è un tratto piuttosto impervio e ombroso che nel passato fu usato dai briganti come nascondiglio e più recentemente ,durante l’ultima guerra mondiale,come rifugio per gli sfollati dai paesi vicini.
La zona si può visitare percorrendo un piccolo sentiero ,detto “Degli Argonauti”,tracciato sul bordo del fiume in mezzo a un ambiente boschivo molto selvaggio e rigoglioso.
S’incontrano piccole marmitte dei giganti e due stupende cascatelle ,circondati da una lussureggiante vegetazione che fa da rifugio alla fauna tipica della collina romagnola, sia uccelli che mammiferi selvatici come tassi, donnole, ricci, istrici, lepri…
Visitare il Gorgoscuro è una piccola avventura in un lembo di paradiso incontaminato ,dal quale ammirare squarci di panorami suggestivi e ancora poco conosciuti.

lunedì 8 agosto 2011

Agosto: il taglio della canapa.



La prima metà del mese d’agosto un tempo era il periodo del taglio della canapa.
Era un lavoro che veniva fatto per lo più i primi giorni del mese, massimo il dieci, giorno di San Lorenzo.
La canapa era un prodotto molto pregiato e coltivato ben volentieri dai contadini di una volta ,perché rendeva parecchio e perché una parte del raccolto si teneva per farne filati coi quali tessere lunghi torselli di tela.
I contadini la seminavano nei campi ben concimati dallo stallatico nella seconda metà di marzo, e per evitare che gli uccelli facessero danni mettevano banderuole o spaventapasseri.
Le piante di canapa variavano nell’altezza secondo una buona o cattiva concimazione, in alcuni campi si potevano vedere piante alte anche più di due metri.
Si falciava con una apposita falce a mano, prima che venissero in uso le falciatrici meccaniche che si usavano anche per tagliare il fieno ,e se ne facevano mannelli che si lasciavano a seccare nei campi in mucchi circolari.
Poi, una volta seccata, si sbatteva per toglierne le foglie e i mannelli venivano caricati sui carri e portati nei maceri, dove si sarebbero tenuti sott’acqua per almeno quindici giorni , per poi farli asciugare e aspettare la squadra della “gramadòra”…..

giovedì 4 agosto 2011

Il dialetto,lingua della memoria.



Questa poesia in dialetto romagnolo, e più specificatamente gatteese, è di Giuseppe Ceccarelli,che ha svolto a lungo la professione di maestro in collina e in pianura,ma soprattutto nel suo paese, Gatteo.

Paiòis

Cvàtar chèsi racvacèdi
Tra i pì d’un vec castèl
E tòt datòund un zèt
ch’u s’sènt i ciòul di pasaròtt,
i s-ciocch de manapèz de vsòin
che s-cèmpa la legna par l’inveran,
i rogg ad chi burdèll
chi zuga sota e’ zrìs.
E tè cum fèt a dèj
Che t’vò cambiè paiòis?

Paese
Quattro case rannicchiate/tra i piedi di un vecchio castello/ e tutt’intorno un silenzio/
Che senti il ciangottio dei passeri/gli schiocchi della scure del vicino /che spacca la legna per l’inverno/ le urla dei bambini/ che giocano sotto il ciliegio./ E tu come fai a dire/ che vuoi cambiare paese?